simili si curino con i simili

Rinforza le difese immunitarie del tuo organismo assecondando le sue reazioni naturali. Stimola gli organi emuntori per liberarti dalle tossine in eccesso

Similia similibus curantur, «i simili si curino coi simili», è un concetto molto antico, risalente almeno al medico indiano Sushruta (tra il 1200 a.C. e il 600 a.C.) e conosciuto anche da Ippocrate e Basilio Valentino.

Samuel Hahnemann ne fece il fondamento dell’ omeopatia, da lui teorizzata agli inizi del  XIX secolo, in contrapposizione al principio, allora in voga tra i medici del tempo, del  contraria contrariis curantur, «i contrari vengono curati con i contrari».

Samuel Hahnemann ebbe l’intuizione di poter curare le malattie mediante una serie di sostanze provenienti dal mondo animale , vegetale e minerale che agiscono assecondando ed implementando le naturali reazioni dell’organismo : le stimolano per rendere più efficaci la capacità del corpo umano di contrastare il disagio, rispettando l’equilibro psico-fisico del paziente e puntando a rinforzare le sue stesse difese immunitarie.

Il rimedio appropriato per una determinata malattia sarebbe dato da quella sostanza che, in una persona sana induce sintomi simili a quelli osservati nella persona malata.

Sin dai tempi di Hahnemann (considerato il “padre” dell’omeopatia) nacquero scuole fra loro contrapposte, che disputavano su aspetti particolari relativi alla tecnica di somministrazione dei rimedi. I più importanti indirizzi omeopatici sono cinque: 

1) l’Unicismo, che sostiene l’uso di un solo medicamento per volta;

2) il Pluralismo, che sostiene l’uso anche di più medicamenti contemporaneamente, purché somministrati in tempi diversi, persino nel corso della stessa giornata;

3) il Complessismo, che sostiene l’uso di più rimedi, addirittura contenuti nello stesso prodotto o di più rimedi singoli somministrati nello stesso tempo;

4) l’Omotossicologia, che è una forma di Complessismo fondata su concetti tratti dalla biochimica e dalla  tossicologia moderne.

5) l’Eclettismo, che non è un indirizzo a sé stante, ma costituisce praticamente il modo di prescrivere dei tre quarti dei medici omeopatici, i quali si proclamano anche unicisti, ma comunque, secondo i casi, somministrano rimedi complessi; più raramente accade l’inverso per i medici pluralisti e complessisti, i quali meno frequentemente utilizzano rimedi singoli .

L’Omotossicologia nacque negli anni ’30 del secolo scorso per merito di un altro medico tedesco, Hans Heinrich Reckeweg che, partendo dalle intuizioni di Hahnemann, ne rivisitò le teorie alla luce del progresso biochimico e immunologico raggiunto in campo scientifico.

Reckeweg sviluppò i suoi studi identificando nelle omotossine la causa principale della malattia e affermando che le malattie sono l’espressione della lotta dell’organismo contro le tossine, al fine di neutralizzarle ed espellerle e per compensare i danni da esse provocati.

Fine ultimo dell’omeopatia omotossicologica è liberare l’organismo dai fattori tossici attraverso la detossificazione e il drenaggio, in modo da stimolare gli organi emuntori (reni, fegato, intestino, polmoni, pelle). 

Lo stato di salute e di malattia, da un punto di vista omotossicologico, dipende dalla lotta che il nostro organismo ingaggia per eliminare le omotossine in eccesso. 

L’Omotossicologia utilizza tutte le conoscenze e le acquisizioni della medicina ufficiale ma reinterpreta conoscenze, dati ed informazioni in maniera olistica, prendendo in considerazione non il sintomo o il singolo organo malato ma l’uomo nella sua interezza, anima e corpo, in un equilibrio di modernità e tradizione , di principi biologici e teorie scientifiche.

L’Omotossicologia si pone l’obiettivo di conoscere tutte le tossine che potenzialmente possono aggredire un essere vivente e di potenziare le difese naturali dell’organismo contro le tossine in modo tale da sostenerlo nella sua lotta di disintossicazione. La malattia e le sue manifestazioni sintomatologiche sarebbero perciò processi biologici difensivi utili.

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